La santa Croce (Crocifisso ligneo di circa 1,5 m. d’altezza, caratterizzato da una folta capigliatura che, scendendo sul costato raggiunge l’addome e da una grande corona di spine; databile intorno al XVII secolo) è certamente uno dei più importanti riferimenti della fede e della devozione dei gaglianesi.
La particolarità dell’amore per il Crocifisso ha radici molto antiche, risalenti agli inizi del 1800 quando le truppe napoleoniche, giunte nel casale con l’intento di depredare ogni opera artistica e sacra, tentarono di portare via la venerata effigie. Deposta su un carro per il trasporto verso Catanzaro, mentre percorrevano il “pendino” il mezzo diventò enormemente pesante tanto da impedire ai soldati di proseguire. I francesi furono quindi costretti a riportare indietro il Crocifisso, notando con stupore che man mano che si riavvicinavano alla Chiesa il peso diminuiva. Lasciarono quindi la Croce al suo posto, non prima di averne mozzato un piede. Da allora la cappella che custodisce il sacro legno fu dotata di cancello in ferro battuto, e il Crocifisso fu velato dentro la nicchia sopra l’altare. Tuttora nessuno può vedere o toccare la santa Croce, ad eccezione dei sacerdoti.
Ogni sette anni il Crocifisso viene portato solennemente in processione per le vie del quartiere, il 14 settembre, giorno della festa liturgica della “Esaltazione della Santa Croce”.
Negli altri anni, pur non essendo prevista la processione, si celebra una solenne festa con il massiccio concorso di tutta la comunità.
Il tutto è preparato da un triduo con recita del santo Rosario e celebrazione della Messa accompagnata dal canto dell’Inno alla Santa Croce.
Generalmente per il triduo e la festa sono presenti predicatori appositamente invitati dal Parroco insieme al Priore della Confraternita del SS. Rosario.
Il primo giorno, prima della Messa la Croce viene scesa dalla nicchia e portata sopra l’altare maggiore dal parroco, per rimanere esposta alla venerazione dei fedeli. Il 14, a conclusione dei festeggiamenti, la sacra effigie viene scesa dall’altare maggiore per raggiungere il portone centrale e da lì benedire il borgo prima di essere riallocata nella nicchia, coperta e nascosta.
Una curiosa tradizione prevede un suono particolare delle campane in questi giorni: suonano secondo lo schema del mortorio ma invertendo il rintocco della campana piccola con quello della campana grande, e viceversa.
Cliccando qui si può leggere la preghiera al Crocifisso.