Nelle ore pomeridiane della Domenica di Pasqua la popolazione ritorna a gremire le strade per l’atteso rito della Cunfrunta.
Escono dalla chiesa, portate a spalla, la statua della Madonna e la statua di San Giovanni, mentre in precedenza quella di Gesù Risorto, all’insaputa di tutti, è stata nascosta in un luogo apposito.
In piazza, al suono della banda, la statua di San Giovanni s’inchina alla Madonna e corre a cercare Gesù. La scena si ripete per tre volte, aumentando l’andatura.
Per tre volte San Giovanni rivolgendosi alla Madonna fa cenno, piegandosi all’indietro, di non aver trovato Gesù, finché torna dalla Madonna e, inchinatosi, annuncia la risurrezione, quindi si pone in disparte lasciando la scena all’“Affruntata”.
La statua della Madonna, con fare esitante, avanza e indietreggia finché tra applausi e mortaretti, in tutto il suo splendore corre incontro al figlio Risorto!
Tale rito, nei tempi antichi era affidato, indistintamente da anni pari o dispari alla confraternita del Rosario. A quella del Carmine veniva affidata la medesima processione una settimana dopo, l’ “Ottu e Pasqua”. Tutt’ora, in caso di maltempo, l’intero rito viene spostato alla domenica in Albis.