In antichità nei monasteri si recitavano lungo l’intera giornata tutti i Salmi della Bibbia, che sono 150.
Pian piano per venire incontro ai monaci coversi, umili e semplici religiosi che svolgevano attività manuali, senza istruzione e spesso analfabeti, invece della recita dei 150 Salmi in latino si diffuse l’usanza di pregare 150 Padre Nostri.
Per tenere il conto del numero si iniziò a usare una cordicella con 50 o 150 nodi. È l’antesignana della coroncina del Rosario. I più anziani ricorderanno che i nostri nonni la chiamavano “pater nostri“, come eco di questa secolare origine.
Col tempo s’iniziò a inserire il saluto dell’Angelo a Maria (Ave Maria, piena di grazia).
Nel XIII secolo i monaci cistercensi furono i primi a perfezionare questa preghiera e a chiamarla Rosario, perché la comparavano a una corona di rose offerte alla Madonna.
Nel 1214 San Domenico in un’apparizione ricevette dalla Madonna un rosario come strumento per l’aiuto dei cristiani.
Nel 1470 il domenicano Alain de la Roche divise le 150 Ave Maria in 15 Misteri (gaudiosi, dolorosi e gloriosi) e creò la prima Confraternita del Santo Rosario facendo diffondere rapidamente questa forma di preghiera.
Nel 1571, papa Pio V chiese alla cristianità di pregare con il rosario per invocare la liberazione dalla minaccia dei turchi. La vittoria della flotta cristiana a Lepanto, avvenuta il 7 ottobre, venne attribuita all‘intercessione della Vergine Maria, invocata con il Rosario.
Nella nostra comunità questo evento si rievoca ancora oggi, dopo quasi cinquecento anni, con il tradizionale alzabandiera di apertura novena.
Papa Giovanni Paolo II, il 16 ottobre 2002, introdusse i misteri luminosi incentrati sulla vita pubblica di Gesù.
Recitare il Rosario è come offrire un gesto d’amore, un bouquet di rose, alla madre celeste.
Perché sia veramente tale, e non una meccanica ripetizione di formule religiose dette a memoria, necessita di essere accompagnato dal profumo. Il profumo delle buone azioni.
Diffuso come intercessione per la vittoria“(ogni vittoria contro le negatività che assediano la vita), nel tempo è diventato “arma di pace” per chiedere al Signore, attraverso il cuore di sua Madre, pace nei cuori stanchi e lacrimanti, negli spiriti affaticati e oppressi, nei corpi spossati e ammalati, nelle famiglie divise e disgregate, nelle amicizie raffreddate e infievolite, nelle città degradate e timorose, nel mondo imbruttito e agguerrito.
Ricordandoci di questo straordinario strumento che la Vergine stessa propone in ogni apparizione; prendiamo in mano la corona per affrontare le vicissitudini delle giornate mano nella mano con lei, accompagnati dal suo amorevole sguardo e la sua materna protezione.
Don Michele Fontana
Pregare il Santo Rosario per la pace nel mondo è un nostro dovere di cristiani ma affinché questa preghiera sia efficace dovremmo pregare per la nostra pace, altrimenti come fai a trasmettere quello che non hai,
Preghiamo la Madonna perché ci illumini.