La prima lettura della Messa del giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria riporta la visione, narrata nel libro dell’Apocalisse, di una lotta tra una donna e il drago.
“Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto“.
La devozione millenaria della Chiesa ha sempre associato la figura di quella donna alla Madre di Dio, oltre che alla Chiesa stessa.
La Vergine Assunta nella visione appare rivestita di Dio (il Sole), splendente di gloria. Tuttavia c’è un apparente contrasto tra questo splendore e le grida di dolore per le doglie di un parto.
Con questa duplice immagine viene annunciato il mistero mariano che stiamo celebrando: da una parte contempliamo Maria associata alla gloria del suo Signore, dall’altra la vediamo contorcersi per il dolore di un parto; è entrata una volta per sempre nel Cielo eppure continua a partorire ciascuno di noi tra le grida delle doglie; ci accompagna nel cammino della vita; lotta al nostro fianco; sostiene i nostri combattimenti; prega con noi.
Ogni nostro sorriso, ogni anelito di bene, ogni gesto di carità è un suo parto d’amore. Ogni nostra vittoria, ogni tentazione sconfitta, ogni difficoltà superata è un suo parto d’amore.
Don Michele Fontana