I nostri pani

Vedendo la grande folla che lo seguiva, ed essendo oramai tardi perché potessero andare a procurarsi da mangiare, Gesù si rivolse all’apostolo Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?“.
I pochi denari che avevano, comunque, non sarebbero bastati per sfamare quella moltitudine. Andrea, un altro dei Dodici, condusse da Gesù un ragazzo che, preso da uno slancio di generosità, aveva deciso di mettere a disposizione quello che aveva: cinque pani e due pesci.

Quel ragazzo sapeva che quei pani erano niente rispetto a tanta necessità, ma aveva ugualmente deciso di offrirli. Diventa, così, “vangelo” vivente insegnando a non avere timore di essere generosi e donare con gioia.

Ancora oggi, come allora, la gente ha fame; fame di giustizia, di verità, di libertà, di pace, di gioia, di amore, di sogni e di speranze.
Ancora una volta, come allora, Gesù coinvolge noi, suoi discepoli, perché queste fami siano saziate.

L’amore di Dio per l’umanità affamata non viene mai meno, e chiede a tutti di essere disponibili come quel ragazzo.

Di fronte al grido di fame, di ogni sorta di “fame”, non possiamo restare spettatori distaccati e tranquilli; offriamo i nostri pochi pani. Sarà Gesù a moltiplicare loro e benedire noi.

Don Michele Fontana

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