Questa domenica il Vangelo offre due parabole che hanno come comune denominatore il riferimento alla terra. La prima narra:
“Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura”.
L’aggettivo “spontaneamente” (in greco automate) descrive qualcosa che cresce senza intervento esterno; anzi, nonostante l’intervento esterno.
Così, il seme della parabola germoglia e cresce nonostante le difficoltà che incontra: le intemperie, gli ostacoli umani, il pericolo dagli animali.
La parabola si rivolge soprattutto alle comunità e alle persone che vivono momenti di sofferenza e scoraggiamento. Basti pensare alle famiglie, alle parrocchie, ai gruppi, alle associazioni, al mondo giovanile, e alla società nel suo insieme spesso avvolte da nubi d’incertezza e paure che oscurano ogni spiraglio di speranza.
Il racconto allora è un invito ad avere fiducia in Dio nonostante tutto, nonostante tutti. Nessun seme di grazia sparso nella vita di una persona o di una comunità andrà perduto: germoglierà e crescerà “spontaneamente”. Come? Non possiamo saperlo. Ma siamo certi che avverrà; anzi, sta già avvenendo.
A noi il compito di diffondere generosamente questi chicchi di grazia, seminando parole di bene dette con la bocca e testimoniate con il comportamento quotidiano.
Don Michele Fontana
Sempre incoraggianti e piene di speranza le tue parole! Grazie Don Michele un affettuoso abbraccio🙏❤️
Grazie di cuore, Lucia!