Abbiamo da poco guadato metà cammino quaresimale, e la domenica odierna è tradizionalmente definita della gioia perché tutta la liturgia invita a rallegrarsi. Incominciando dall’Antifona: “Rallegrati, Gerusalemme, radunatevi voi che l’amate. Gioirete e vi sazierete al seno delle sue consolazioni“.
Nella prima lettura, tratta dal libro di Giosuè, gli Israeliti celebrano la Pasqua a Gàlgala, nelle steppe di Gerico, e per la prima volta si saziano dei frutti della terra santa, nella quale sono finalmente entrati. Per la prima volta, al termine del lungo Esodo possono finalmente gioire.
Mentre mangiano i frutti della promessa, assaporano la gioia di averla raggiunta.
L’evento narrato assume, così, un significato allegorico anche per noi, comunicandoci che la gioia è un frutto che si coglie entrando nella “terra santa”.
Terra santa è ogni persona, davanti alla quale siamo chiamati a toglierci i sandali con devoto rispetto.
Terra santa è ciascun gesto d’amore, carità, vicinanza e altruismo, sul quale il Signore fa spuntare, rigoglioso, l’albero della gioia.
Don Michele Fontana