Gesù, prima d’iniziare l’attività pubblica si reca nel deserto dove rimane quaranta giorni. La scelta non è di villeggiatura, turismo o riposo, ma di pellegrinaggio spirituale.
È una scelta finalizzata a uno scopo: prepararsi per la missione, fortificando lo spirito attraverso il digiuno e la preghiera, e vincendo le tentazioni che vorrebbero allontanare dalla vocazione o farla vivere in modo contrario al volere di Dio.
L’esperienza del deserto viene proposta dalla liturgia a inizio Quaresima per tutti noi. Quest’esperienza, infatti, seguendo l’esempio di Gesù, illumina di luce nuova il percorso che stiamo iniziando. Innanzitutto chiarisce che la Quaresima non è tempo di villeggiatura nelle tradizioni, fatte di riti ed espressioni della pietà popolare pittoresche e autoreferenziali.
È tempo di pellegrinaggio spirituale, con una meta, la Pasqua, e un percorso che consente di prepararsi a una vita nuova.
Senza desiderio di migliorarsi nel bene e nella bontà, questo tempo che si dischiude davanti a noi è quindi inutile e falso.
L’esperienza di Gesù nel deserto mostra, allora, come vivere la Quaresima per farne un cammino di conversione e crescita nel bene: fortificarsi spiritualmente attraverso la preghiera e il digiuno dai vizi, e superare le tentazioni che allontanano dal bene.
Siamo, però, capaci di riconoscere le nostre tentazioni quotidiane?
Don Michele Fontana