Un certo Bartimèo, giovane cieco, sedeva lungo la strada a mendicare mentre Gesù passava proprio da là. Sentendo il trambusto cominciò a gridare: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!“.
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava più forte. Gesù si fermò e disse di chiamarlo. Non se lo fece ripetere due volte. “Gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù“.
Nel riflettere su questa scena proposta dal Vangelo della trentesima domenica, vorrei soffermarmi sul significato allegorico del mantello di Bartimeo, segno della coperta di pensieri e convinzioni che spesso ci avvolge e appesantisce, impedendo di andare incontro a Gesù per essere da lui guariti.
La liturgia della Parola proponendoci questo racconto, fra i tanti insegnamenti, invita a imitare quel cieco e balzare in piedi, gettando via il mantello dei nostri pensieri negativi intrisi di cattiveria, iracondia, superbia, invidia, avarizia, lussuria, vendetta e ogni altro male che appesantisce l’anima e rende cieco il cuore.
Accogliamo l’invito.
Don Michele Fontana
Buongiorno, don Michele c’è da meditare sulla vostra riflessione, perché effettivamente tutti questi pensieri negativi che abbiamo ci
portano soltanto a vivere male la nostra vita e allora (vale la pena?) forse dovremmo non innalzarci troppo ma stare con i piedi per terra.
Buongiorno Don Michele voi ci invitate a buttare via giù il malessere e quello che già si fa’ ricordandoci che abbiamo degli amici con cui dovremmo andare d’accordo di cui di questi pensieri non ci dovrebbero stare grazie ma dobbiamo sempre meditare per buttare il nostro mantello.