Il Vangelo di questa domenica narra ancora di Gesù in cammino verso Gerusalemme. Lungo la strada per la terza volta annuncia il fine e la fine del viaggio: morte in croce e risurrezione.
All’udire quelle parole si avvicinano a lui due fratelli, Giacomo e Giovanni, dicendogli: “Maestro… Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra“.
Gesù risponde: “Voi non sapete quello che chiedete… il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo“.
I due discepoli mentre esprimono il desiderio di occupare i più importanti posti di governo nel regno che secondo loro Gesù starebbe per realizzare, con quelle parole chiedono tutt’altro. E senza rendersene conto “Voi non sapete quello che chiedete“.
Il trono del regno che Gesù sta andando ad occupare è, infatti, la Croce. È dall’alto del patibolo che il cartiglio lo indica come Re e l’inserto di spine lo corona.
Chiedendo di stare al suo fianco i due chiedono, inconsapevolmente, di salire sul Golgota per lasciarsi immergere (battezzare) nella passione d’amore di Gesù, bevendo dal calice della sua sofferenza.
Al termine di quella giornata, Gesù raduna tutti e prende spunto dalla richiesta per offrire un insegnamento su come vivere nella Chiesa e nella società i ruoli di responsabilità.
Il papa, il vescovo, il parroco, il catechista, l’animatore, il formatore, il responsabile, il coordinatore, il priore, il confratello, l’amministratore, il comandante, il militare, il dirigente, l’impiegato, l’educatore, la guida, il genitore sono veramente tali se vivono il ministero come servizio e non come supremazia; e il servizio è veramente tale se ogni cosa che si dice, si fa, si progetta e si propone nasce dalla volontà di partecipare alla passione d’amore di Gesù verso gli altri.
Don Michele Fontana