L’inizio del Vangelo di questa domenica ci sottopone a un vero e proprio diluvio dell’amore da parte di Gesù che, tra verbo e sostantivo, in soli quattro versetti ripete la parola sette volte:
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi“.
A mio avviso si tratta della più bella dichiarazione d’amore che una persona possa ricevere: sentirsi amati fino al dono della vita dell’amante.
L’amore di Gesù per noi è reale e concreto, perché fatto di sacrificio e dono: sacrificio della vita; dono della grazia, che per noi diventa scudo di benedizione, guida, aiuto e gioia.
“Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?” – dirà San Paolo ai Corinzi – “Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati“.
Da questo scudo, dall’amore del Signore, dalla sua premurosa benedizione, niente e nessuno potrà strapparci. Solo la nostra decisione di uscirne.
Ecco perché ci esorta, quasi ci implora: “Rimanete nel mio amore“.
Si rimane nell’amore di Gesù e nella sua benedizione ogni volta in cui si vive l’amore concreto (per il Signore, il prossimo, il Creato), estendendo, attraverso i nostri gesti, lo scudo dell’amore di Dio.
Don Michele Fontana
In una società materialista come quella in cui viviamo, è bello sapere che c’è un Amico come Gesù che ci ama senza tornaconti e senza pregiudizi.